Pollini e Beethoven: La storia di un ciclo
04.11.2014

Pollini e Beethoven: La storia di un ciclo

Pollini/Beethoven: una storia che inizia nel giugno del 1975, quando Maurizio Pollini cominciò a registrare le sonate di Beethoven partendo da due delle ultime tre, l’op.109 e 110. Le restanti “ultime sonate” (op.101, 106 e 111) seguirono nei due anni successive. Pubblicate inizialmente come LP singoli, vinsero in cofanetto un Gramophone Award.

La storia termina nel 2014 con l’incisione delle tre sonate op.31 e delle due op.49 (l’artista aveva già registrato l’op.31 n.2, la cosiddetta Tempesta, in passato).

Nel complesso quasi quarant’anni per incidere 32 sonate. E’ il primo ciclo per Deutsche Grammophon dopo quello di Daniel Barenboim (1981-1984) e quello incompleto di Emil Gilels (1972-1984).

Dopo i primi tre dischi il celebre pianista tornò alle sonate beethoveniane alla fine degli anni ’80 (aveva nel frattempo registrato i concerti di Beethoven, le ultime sonate di Schubert, seconda e terza sonata di Chopin e la sonata in si minore di Liszt), con un disco che comprendeva la’op31 n.2“, la “Waldstein” e l’op.81a – una delle prime pubblicazioni effettuate sotto la supervisione del producer Christopher Alder.

Gli anni ’90 videro la pubblicazione di due dischi: il primo comprendeva le due Sonate quasi una fantasia op.27, con il celeberrimo “Chiaro di luna”, e l’op.28, mentre il secondo le incisioni dal vivo dell’op.22, 26 e 53 realizzate a Vienna. Nello stesso periodo Pollini registrò le Variazioni Diabelli.

In questa stessa decade Pollini incise il ciclo completo tre volte a Monaco, Parigi e Vienna con la prospettiva di utilizzarli per pubblicazioni discografiche. Nulla di questo materiale è stato pubblicato, ma la sua esistenza testimonia lo sforzo e la dedizione, sia dell’artista che della casa discografica, per questo progetto.

Due dischi in rapida successione aprono il nuovo secolo, rispettivamente con l’op.54, 57, 78, 90 e l’op.10 e 13, mentre l’op.2 appare nel 2006.

L’avventura si conclude in questi ultimi tre anni, dapprima con l’op.7, 14 e 22, quest’ultima per la seconda volta, e poi nel 2014 con l’op.31 e 49.

Quasi tutte le registrazioni sono state effettuate nella Herkulessaal di Monaco, in passato sede del governo e residenza dei duchy di Wittelsbach, che ha una capienza di 1.270 posti a sedere.

Le registrazioni per questo cofanetto sono state riordinate per numero d’opera in 8 CD, senza duplicazioni di repertorio. Sebbene il cofanetto sia costituito da un numero limitato di cd, non è esagerato definirlo un monument artistico, e una testimonianza fuori dal comune di una partnership artistica che data oltre quarant’anni.