Make-up teatrale, costumi suggestivi e dirompenti esibizioni live: grazie a un immaginario horror spettacolare, i Kiss salgono alla ribalta negli anni ’70, coinvolgendo frotte di teenagers americani. Ma oltre ad un’estetica d’impatto, è la musica a conquistare il pubblico, attraverso hit potenti e catchy: veri e propri inni da stadio.
La band si forma a Detroit a inizio decade, capitanata da Gene Simmons al basso e Paul Stanley al microfono. In breve, si compone la storica line-up, con l’aggiunta del chitarrista solista Ace Frehley e di Peter Criss dietro le pelli.
L’ESPLOSIONE DELLA KISS MANIA
È il 1974 quando i Kiss pubblicano il primo album in studio dal titolo omonimo. Nel giro di poco più di un anno vedono la luce altri tre lavori: “Hotter than Hell”, “Dressed to Kill” e il campione d’incassi “Alive!”, che include la hit “Rock 'N' Roll All Nite”, primo brano della band ad irrompere nella Top Ten americana. Sull’onda del successo conseguito, i Kiss danno alle stampe “Destroyer”, ottenendo il disco di platino grazie alla power ballad “Beth”. È esplosa la Kiss mania nel mondo ed il merchandise della band si diffonde in lungo ed in largo, tanto da convincere la Marvel a dedicare al gruppo ben due album a fumetti.
I KISS A CAVALLO FRA I ’70 E GLI ‘80
Dopo “Rock and Roll Over” e “Love Gun”, usciti rispettivamente nel 1976 e nel 1977, i membri dei Kiss decidono di pubblicare un album ciascuno nel 1978. L’anno successivo, la band si ricompone in occasione dell’uscita di “Dynasty”, seguito nel 1980 da “Kiss Unmasked”. Al lancio dell’album segue il primo di una lunga serie di cambi di formazione. Il batterista Peter Criss, infatti, lascia i Kiss e viene sostituito da Eric Carr che sarà in studio di registrazione per il successivo “Music from the Elder” del 1981. In conseguenza dello scarso successo commerciale ottenuto dal lavoro, abbandona anche Ace Frehley, rimpiazzato da Vinnie Vincent nel 1982. Lo stesso anno, “Creatures of the Night” riporta il gruppo sulla cresta dell’onda.
IL RITORNO AL SUCCESSO SENZA MAKE-UP
Con “Lick it up” del 1983, i Kiss si presentano al pubblico per la prima volta senza make-up. Molto apprezzata dai fan, la mossa attira sulla band un enorme interesse, premiando il quartetto di Detroit con il disco di platino che mancava da ben quattro anni. Anche “Animalize”, dato alle stampe nel 1984, ottiene un ottimo riscontro, coincidendo con l’ingresso nella formazione del nuovo chitarrista Bruce Kulick. “Asylum”, “Crazy Nights”, “Hot in the Shade”: questi gli ultimi tre lavori della decade, il terzo dei quali racchiude la hit ballad “Forever”.
LA REUNION E GLI ULTIMI ALBUM IN STUDIO
Gli anni ’90 si aprono con un
lutto profondo per la band che perde il batterista
Eric Carr a causa di un tumore. Ritardato di due anni, l’album “
Revenge” vede la luce nel 1992. Nel 1996, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia che i fan attendevano da tempo:
la line-up originale dei Kiss si riunisce per lavorare all’album “
Psycho Circus”, pubblicato nel 1998. Ma la tregua fra i membri storici dura poco e, nel giro di qualche anno,
Ace Frehley e Peter Criss abbandonano per la seconda volta. Undici anni devono trascorrere prima che la band registri un nuovo album di inediti. Intitolato “
Sonic Boom”, il lavoro è seguito a distanza di tre anni da “
Monster”: l’ultimo in studio. Dopo aver celebrato i
40 anni di carriera nel 2013, l’anno dopo i Kiss entrano finalmente nella
Rock & Roll Hall of Fame.
Fra le tante ristampe e raccolte lanciate di recente, spicca la riedizione del best of
Killers, datato 1982. Proposto in
tiratura limitata da collezione (doppio LP rosa + 45 giri),
racchiude il meglio della prima decade.