Riccardo Muti

Riccardo Muti

Le origini A Napoli, città in cui è nato, studia pianoforte con Vincenzo Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra. I primi incarichi Nel 1967 la prestigiosa giuria del Concorso "Cantelli" di Milano gli assegna all'unanimità il primo posto, portandolo all'attenzione di critica e pubblico. L’anno seguente viene nominato Direttore Principale del Maggio Musicale Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Già nel 1971, però, Muti viene invitato da Herbert von Karajan sul podio del Festival di Salisburgo, inaugurando una felice consuetudine che lo porterà, nel 2001, a festeggiare i trent’anni di sodalizio con la manifestazione austriaca. Gli anni Settanta lo vedono alla testa della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), dove succede a Otto Klemperer; quindi, tra il 1980 e il 1992, eredita da Eugène Ormandy l’incarico di Direttore Musicale della Philadelphia Orchestra. Gli anni scaligeri Dal 1986 al 2005 è direttore musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana. Accanto ai titoli del grande repertorio trovano spazio e visibilità anche altri autori meno frequentati: pagine preziose del Settecento napoletano e opere di Gluck, Cherubini, Spontini, fino a Poulenc, con quelle Dialogues des Carmélites che gli hanno valso il Premio “Abbiati” della critica. Il lungo periodo trascorso come direttore musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Le esperienze internazionali Nel corso della sua straordinaria carriera Riccardo Muti dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai Berliner Philharmoniker alla Bayerischen Rundfunk, dalla New York Philharmonic all’Orchestre National de France alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e particolarmente significativo, e con i quali si esibisce al Festival di Salisburgo dal 1971. Invitato sul podio in occasione del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra viennese, Muti ha ricevuto l’Anello d’Oro, onorificenza concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto. Nell’aprile del 2003 viene eccezionalmente promossa in Francia, una “Journée Riccardo Muti”, attraverso l’emittente nazionale France Musique che per 14 ore ininterrotte trasmette musiche da lui dirette con tutte le orchestre che lo hanno avuto e lo hanno sul podio, mentre il 14 dicembre dello stesso anno dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro “La Fenice” di Venezia. Un impegno continuo Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane. La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico al Novecento. Il suo impegno civile di artista è testimoniato dai concerti proposti nell’ambito del progetto “Le vie dell’Amicizia” di Ravenna Festival in alcuni luoghi "simbolo" della storia, sia antica che contemporanea: Sarajevo (1997), Beirut (1998), Gerusalemme (1999), Mosca (2000), Erevan e Istanbul (2001), New York (2002), Il Cairo (2003), Damasco (2004), El Djem (2005) con il Coro e l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i “Musicians of Europe United”, formazione costituita dalle prime parti delle più importanti orchestre europee. Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo Muti nel corso della sua carriera si segnalano: Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II. Il Mozarteum di Salisburgo gli ha assegnato la Medaglia d’argento per l'impegno sul versante mozartiano; la Wiener Hofmusikkapelle e la Wiener Staatsoper lo hanno eletto Membro Onorario; il presidente russo Vladimir Putin gli ha attribuito l’Ordine dell’Amicizia, mentre lo stato d’Israele lo ha onorato con il premio “Wolf” per le arti. Moltissime università italiane e straniere gli hanno conferito la Laurea Honoris Causa. I nostri giorni Chiamato a dirigere il concerto che ha inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Mozart al Grosses Festspielhaus di Salisburgo, Riccardo Muti ha rinsaldato i legami e le affinità ideali con i complessi dei Wiener Philharmoniker. In tale occasione è stato annunciato il suo impegno per il Festival di Pentecoste fondato da Karajan dove, a partire dal 2007 e insieme alla “Cherubini”, l’orchestra giovanile da lui fondata, affronterà un progetto triennale mirato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio musicale, operistico e sacro, del Settecento napoletano.

ALBUM

Una raccolta completa degli album di Riccardo Muti, dalle prime produzioni ai successi più recenti.

Pavarotti – The Opera Collection 5: Bellini: I puritani - Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Sesto Bruscantini

Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Sesto Bruscantini

Pavarotti – The Opera Collection 5: Bellini: I puritani

Live in Rome, 1969
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Beethoven: Piano Concerto No. 5, Op. 73 "Emperor" - Rudolf Buchbinder, Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Rudolf Buchbinder, Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Beethoven: Piano Concerto No. 5, Op. 73 "Emperor"

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W. A. Mozart: Festkonzert from Salzburg 2006 - Thomas Hampson, Gidon Kremer, Yuri Bashmet

Thomas Hampson, Gidon Kremer, Yuri Bashmet

W. A. Mozart: Festkonzert from Salzburg 2006

Live / Visual Album
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Puccini: Manon Lescaut - Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Riccardo Muti

Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Riccardo Muti

Puccini: Manon Lescaut

2 CDs
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Bruckner: Symphony No.2 In C Minor, WAB 102 / R. Strauss: Der Bürger als Edelmann, Orchestral Suite, Op.60b-IIIa, TrV 228c - Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Bruckner: Symphony No.2 In C Minor, WAB 102 / R. Strauss: Der Bürger als Edelmann, Orchestral Suite, Op.60b-IIIa, TrV 228c

Live At Großes Festspielhaus, Salzburg / 2016
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Rossini: Guglielmo Tell (Highlights) - Riccardo Muti, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

Riccardo Muti, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

Rossini: Guglielmo Tell (Highlights)

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Mozart: Symphonies Nos. 31 & 41 - Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Mozart: Symphonies Nos. 31 & 41

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Puccini: Tosca - Riccardo Muti, Carol Vaness, Giuseppe Giacomini

Riccardo Muti, Carol Vaness, Giuseppe Giacomini

Puccini: Tosca

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Puccini: Tosca (Highlights) - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Puccini: Tosca (Highlights)

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Brahms: Symphony No. 4; Tragic Overture - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Brahms: Symphony No. 4; Tragic Overture

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Brahms: Symphony No. 1; Variations On A Theme By Haydn - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Brahms: Symphony No. 1; Variations On A Theme By Haydn

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Richard Strauss: Aus Italien; Don Juan - Riccardo Muti, Berliner Philharmoniker

Riccardo Muti, Berliner Philharmoniker

Richard Strauss: Aus Italien; Don Juan

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Mussorgsky: Pictures At An Exhibition; A Night On The Bare Mountain - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Mussorgsky: Pictures At An Exhibition; A Night On The Bare Mountain

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Schumann: Symphonies Nos. 2 & 3 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Schumann: Symphonies Nos. 2 & 3

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Mozart: Symphonies Nos. 36 & 40 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Mozart: Symphonies Nos. 36 & 40

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Brahms: Symphony No. 3; Alto Rhapsody - Riccardo Muti, Jessye Norman, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Jessye Norman, Philadelphia Orchestra

Brahms: Symphony No. 3; Alto Rhapsody

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Prokofiev: Symphony No. 5; The Meeting Of The Volga And The Don - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Prokofiev: Symphony No. 5; The Meeting Of The Volga And The Don

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Brahms: Symphony No. 2; Academic Festival Overture - Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Riccardo Muti, Philadelphia Orchestra

Brahms: Symphony No. 2; Academic Festival Overture

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Mozart: Symphonies Nos. 35 & 38 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Mozart: Symphonies Nos. 35 & 38

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Mozart: Symphonies Nos. 25 & 39 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Mozart: Symphonies Nos. 25 & 39

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Schumann: Symphonies Nos. 1 & 4 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Schumann: Symphonies Nos. 1 & 4

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Prokofiev: Symphonies Nos. 1 & 3 - Philadelphia Orchestra, Riccardo Muti

Philadelphia Orchestra, Riccardo Muti

Prokofiev: Symphonies Nos. 1 & 3

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Haydn: The Seven Last Words Of Our Saviour On The Cross - Riccardo Muti, Berliner Philharmoniker

Riccardo Muti, Berliner Philharmoniker

Haydn: The Seven Last Words Of Our Saviour On The Cross

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Mozart: Symphonies Nos. 29, 33 & 34 - Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Riccardo Muti, Wiener Philharmoniker

Mozart: Symphonies Nos. 29, 33 & 34

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Beethoven: Violin Concerto; "Kreutzer" Sonata - Vadim Repin, Martha Argerich,  Wiener Philharmoniker

Vadim Repin, Martha Argerich, Wiener Philharmoniker

Beethoven: Violin Concerto; "Kreutzer" Sonata

International Version
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Paganini: Violin Concerto No.4/Suonata Varsavia - Gidon Kremer, Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Gidon Kremer, Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Paganini: Violin Concerto No.4/Suonata Varsavia

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Rossini: Guglielmo Tell - Giorgio Zancanaro, Cheryl Studer, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

Giorgio Zancanaro, Cheryl Studer, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

Rossini: Guglielmo Tell

4 CDs
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Brahms: The Symphonies & Overtures - Philadelphia Orchestra, Riccardo Muti

Philadelphia Orchestra, Riccardo Muti

Brahms: The Symphonies & Overtures

3 CDs
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Leoncavallo: I Pagliacci - Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Juan Pons

Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Juan Pons

Leoncavallo: I Pagliacci

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SINGOLI

I singoli più rappresentativi di Riccardo Muti, tra successi storici e nuove uscite.

Strauss, J: The Blue Danube Waltz - Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Wiener Philharmoniker, Riccardo Muti

Strauss, J: The Blue Danube Waltz

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BIOGRAFIA



Le origini

A Napoli, città in cui è nato, studia pianoforte con Vincenzo Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra.


I primi incarichi

Nel 1967 la prestigiosa giuria del Concorso "Cantelli" di Milano gli assegna all'unanimità il primo posto, portandolo all'attenzione di critica e pubblico. L’anno seguente viene nominato Direttore Principale del Maggio Musicale Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Già nel 1971, però, Muti viene invitato da Herbert von Karajan sul podio del Festival di Salisburgo, inaugurando una felice consuetudine che lo porterà, nel 2001, a festeggiare i trent’anni di sodalizio con la manifestazione austriaca. Gli anni Settanta lo vedono alla testa della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), dove succede a Otto Klemperer; quindi, tra il 1980 e il 1992, eredita da Eugène Ormandy l’incarico di Direttore Musicale della Philadelphia Orchestra.


Gli anni scaligeri

Dal 1986 al 2005 è direttore musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana. Accanto ai titoli del grande repertorio trovano spazio e visibilità anche altri autori meno frequentati: pagine preziose del Settecento napoletano e opere di Gluck, Cherubini, Spontini, fino a Poulenc, con quelle Dialogues des Carmélites che gli hanno valso il Premio “Abbiati” della critica. Il lungo periodo trascorso come direttore musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri.


Le esperienze internazionali

Nel corso della sua straordinaria carriera Riccardo Muti dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai Berliner Philharmoniker alla Bayerischen Rundfunk, dalla New York Philharmonic all’Orchestre National de France alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e particolarmente significativo, e con i quali si esibisce al Festival di Salisburgo dal 1971. Invitato sul podio in occasione del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra viennese, Muti ha ricevuto l’Anello d’Oro, onorificenza concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto. Nell’aprile del 2003 viene eccezionalmente promossa in Francia, una “Journée Riccardo Muti”, attraverso l’emittente nazionale France Musique che per 14 ore ininterrotte trasmette musiche da lui dirette con tutte le orchestre che lo hanno avuto e lo hanno sul podio, mentre il 14 dicembre dello stesso anno dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro “La Fenice” di Venezia.


Un impegno continuo

Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane. La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico al Novecento. Il suo impegno civile di artista è testimoniato dai concerti proposti nell’ambito del progetto “Le vie dell’Amicizia” di Ravenna Festival in alcuni luoghi "simbolo" della storia, sia antica che contemporanea: Sarajevo (1997), Beirut (1998), Gerusalemme (1999), Mosca (2000), Erevan e Istanbul (2001), New York (2002), Il Cairo (2003), Damasco (2004), El Djem (2005) con il Coro e l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i “Musicians of Europe United”, formazione costituita dalle prime parti delle più importanti orchestre europee. Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo Muti nel corso della sua carriera si segnalano: Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II. Il Mozarteum di Salisburgo gli ha assegnato la Medaglia d’argento per l'impegno sul versante mozartiano; la Wiener Hofmusikkapelle e la Wiener Staatsoper lo hanno eletto Membro Onorario; il presidente russo Vladimir Putin gli ha attribuito l’Ordine dell’Amicizia, mentre lo stato d’Israele lo ha onorato con il premio “Wolf” per le arti. Moltissime università italiane e straniere gli hanno conferito la Laurea Honoris Causa.


I nostri giorni

Chiamato a dirigere il concerto che ha inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Mozart al Grosses Festspielhaus di Salisburgo, Riccardo Muti ha rinsaldato i legami e le affinità ideali con i complessi dei Wiener Philharmoniker. In tale occasione è stato annunciato il suo impegno per il Festival di Pentecoste fondato da Karajan dove, a partire dal 2007 e insieme alla “Cherubini”, l’orchestra giovanile da lui fondata, affronterà un progetto triennale mirato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio musicale, operistico e sacro, del Settecento napoletano.

ULTIME NEWS

Riccardo Muti: SYMPHONIES
23.12.2011

Riccardo Muti: SYMPHONIES

Riccardo Muti, maestro di una grande scuola. di Giovanni Gavazzeni Per festeggiare i primi settant’anni di Riccardo Muti si è voluto unire tre massimi autori, cari al festeggiato e da lui mirabilmente resi. Mozart con i vertici delle sinfonie “Haffner”, “Prager” e “Linz” e il supremo “trittico” conclusivo: sinfonie n. 39 (mi bemolle maggiore), n. 40 (sol minore) e n. 41 (do maggiore). Schumann con le quattro sinfonie che aprono la stagione del romanticismo post-beethoveniano. E, giusto compendio, Brahms con le “Variazioni su un tema di Haydn” e le ouvertures, Tragica ed Accademica, che quell’epoca completano insieme alle quattro sinfonie. Questa felice raccolta è arricchita dalla partecipazione dei meravigliosi musicisti della Filarmonica di Vienna (Mozart, Schumann) e della, per altro verso, famosa Philadelphia Orchestra (Brahms). Da un punto di vista storico un filo rosso lega il divino prodigio di Salisburgo con i due maestri tedeschi. Il rapporto di reciproca ammirazione fra Schumann e Brahms è noto, concretato nel celebre incontro che il ventenne Johannes rese al più maturo collega Robert che definì Brahms, “un Genio”. Evento che sconvolgerà la famiglia Schumann e spingerà Robert a rompere il decennale silenzio critico per redigere il famoso articolo intitolato, significativamente, Nuove strade. In Brahms additava il musicista capace di proseguire un cammino che era stato iniziato dai grandi “maestri” tedeschi del passato. Infatti Schumann soleva esortare le giovani leve delle società corali, affermando: “nell’ora dello sconforto, andate a ritemprarvi vicino ai nostri grandi maestri tedeschi: Bach, Händel, Mozart e Beethoven”. La frequentazione di Schumann con la musica di Mozart è meno evidente di quella con Beethoven, ma importante. I freschi coniugi Clara e Robert Schumann solevano studiare quotidianamente i quartetti mozartiani e l’impressione adolescenziale del Flauto magico perdura nei corali e nelle preghiere del maturo autore di Genoveva. Per Schumann il rapporto con i “maestri” del barocco, del classicismo e del romanticismo fu basilare per lo sviluppo della propria creatività artistica. Lo stesso, per Brahms. “Non esiste un’opera d’arte veramente originale”, scrisse Schumann a Liszt, per rispondere a coloro che si esercitavano nel rilevare sempre debiti e citazioni, perché tutto affonda nelle memoria dell’età infantile e negli anni di formazione e di studio. Stesso percorso vale per chi la musica la esegue. Riccardo Muti si è formato alla scuola del Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, che vanta una delle più illustri tradizioni nella diffusione della musica sinfonica tedesca, risalente alla figura di Giuseppe Martucci, gran proconsole in Italia, in un periodo occupato dal melodramma, di Mozart e Schumann, di Brahms e Wagner. Confrontarsi con il Quartetto e la Sinfonia era un modo per acquisire modernità e dignità. Se l’Unità si era compiuta col pungolo dei cori verdiani, ora era tempo di sentirsi europei (nulla di più attuale). Nel Paese del Melodramma ancora clamante arie e romanze, Martucci per primo riaccese il sacro fuoco della Musica allo stato puro. Egli sentiva gli stessi “ideali che ad essa si riconnettono, cioè l’interiorità, la serietà di una profonda vita dell’anima. Questo idealismo della musica fu molto simile e storicamente parallelo all’idealismo dei filosofi del suo tempo, da Bertrando Spaventa a Benedetto Croce che, pure restando così tipicamente meridionali, si entusiasmarono per la dialettica di Hegel”, come ha scritto un critico sensibile, Giorgio Vigolo. E’ noto che la Sinfonia aveva realizzato in musica una sintesi degli opposti, “e Brahms è stato in un certo senso lo Hegel musicale del Martucci”, sempre filtrato dall’anima del compositore campano, fluttuante fra gli incanti notturni del golfo di Napoli. Quel clima sensuale ed estatico delle notti a Posillipo che affascinarono Wagner in visita alla capitale partenopea, non erano molto distanti dalle brume nordiche della saga d’amore e morte di Messer Tristano e Madonna Isotta. Nello stesso anno (1888) del famoso incontro all’Albergo dei Quattro Pellegrini di Bologna fra Martucci e il suo Nume Johannes Brahms, il Direttore del Liceo Musicale e del Teatro Comunale presentava in prima assoluta per l’Italia, quel Tristano e Isotta che colmò d’entusiasmo Carducci e la Regina d’Italia, Margherita di Savoia. Alla prova ante-generale era presente un genio ventenne, Richard Strauss, che dichiarò di aver preso coscienza, ascoltando Martucci concertare e dirigere, della quantità di “superbo bel canto nascosto nel Tristano”. Quella lezione di un Wagner e di un Brahms esaltato dalla messa in rilievo dei valori del “canto” passò direttamente ad un musicista che dimostrerà anche nel tempio dell’ortodossia wagneriana - Bayreuth - come la tradizione tedesca poteva trarre nuova meravigliosa linfa dalla suggestione dell’anima latina. Stiamo parlando di Arturo Toscanini. E questo, è nostra congettura, veniva dalla lezione di Martucci, ammirato ed eseguito da Toscanini tutta la vita, anche quando rimase fra i pochi a difenderlo. Oggi, in persistente ‘congiura del silenzio’, Riccardo Muti conosce e difende il valore della musica martucciana e la peculiare nobiltà della linea interpretativa italiana verso i “classici” tedeschi. Questo omaggio genetliaco è anche utile per ricordare come Riccardo Muti, mantenendo e vivificando il legame con questa illustre tradizione, sia protagonista della musica del nostro tempo. Non diciamo nulla di nuovo, ma ribadirlo per l’occasione è un obbligo.
 
Auguri Maestro
27.07.2011

Auguri Maestro

Universal si unisce nell'augurare buon compleanno al Maestro Riccardo Muti, che domani compie 70 anni. Il nostro gruppo vanta numerose incisioni effettuate dal celebre direttore, e proprio recentemente ha ripubblicato all'interno della serie GrandOpera le registrazioni di Guglielmo Tell, Tosca e Pagliacci. Prevista per settembre la ripubblicazione della Manon Lescaut realizzata al Teatro alla Scala e di un cofanetto sinfonico celebrativo. Auguri, Maestro!
 
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