Una (non violenta) rivoluzione musicale.
I 75 anni di Bob Marley tra musica e movimento sociale.
La vita
La storia e la vita di Robert Nesta Marley hanno origine in Giamaica nel 1946. A 15 anni lavora come saldatore, suona e canta insieme al percussionista Bunny Livingston. Dopo poco tempo si uniscono Joe Higgs, Peter Tosh e molti altri amici e musicisti. Nel 1964 coi Wailers arrivano i primi veri successi. Da quel momento l’ascesa musicale di Bob Marley e la sua consacrazione a livello internazionale lo proiettano nell’Olimpo della musica.
Le sue parole
Le famose frasi-manifesto di Bob Marley sono il simbolo di una vita vissuta percorrendo un viaggio musicale e combattendo il sistema capitalista e l’oppressione politica e razziale utilizzando una sola arma: la musica.
«Io amo la notte perché di notte tutti i colori sono uguali e io sono uguale agli altri…»
«Quando ti trovi davanti a due decisioni, lancia in aria una moneta. Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché nell'esatto momento in cui la moneta è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando».
«Una cosa buona della musica, quando ti colpisce, non senti dolore».
«I soldi non sono importanti… Dio è importante, il cielo, l'aria sono importanti. I soldi non sono nulla, servono solo a rendere l'uomo schiavo».
«La più bella curva del corpo di una donna è il suo sorriso».
«Alcune persone sentono la pioggia. Altri si bagnano e basta».
«Dici di amare la pioggia, ma usi un ombrello per camminarci sotto. Dici di amare il sole, ma cerchi rifugio quando splende. Tu dici di amare il vento, ma quando egli arriva chiudi le finestre. Ecco perché sono spaventato quando dici che mi ami».
«Non saprai mai quanto sei forte fino a quando essere forte è la tua sola scelta».
«Se per essere felice devi avere i soldi, la tua ricerca della felicità non avrà mai fine».
«Quando una porta è chiusa, molte altre sono aperte».
La missione
Bob Marley è noto come l’artista che ha esportato il reggae in tutto il mondo, ma anche come colui che ha riunito le diverse fazioni in guerra nel suo Paese, la Giamaica. Ci sono pochissimi artisti che possono vantare un maggiore impatto globale e una più diffusa promozione della connessione umana attraverso la musica rispetto all’eredità e all’attivismo che ci ha lasciato la leggenda reggae nata in Giamaica, Bob Marley. Oggi, Bob Marley è una delle icone più importanti ed influenti del XX secolo, un leader politico e spirituale. Il suo stile di vita e la sua musica continuano a ispirare le nuove generazioni.
Con il credo rasta emergono la spinta per una rivoluzione contro l’oppressione della società occidentale e la liberazione del corpo e dello spirito attraverso una sorta di misticismo.
‘Digital’ Marley
In questa era digitale, Bob Marley ha il secondo Social Media più popolare di qualsiasi celebrità postuma, con la pagina Facebook ufficiale seguita da più di 70 milioni di fan, classificata tra le Top 20 di tutte le pagine di Facebook e la Top 10 tra le pagine di celebrità.
Un’icona
Il catalogo musicale di Marley ha venduto milioni di album in tutto il mondo. La sua iconica raccolta di successi ‘LEGEND’ è l’album reggae più venduto al mondo. I riconoscimenti di Marley includono la Rock and Roll Hall of Fame (1994) e la ASCAP Songwriters Hall of Fame (2010), un GRAMMY® Lifetime Achievement Award (2001), oltre a numerose Nomination nella GRAMMY® Hall Of Fame ed una stella nell’Hollywood Walk of Fame (2001).
San Siro
Nel nostro Paese Bob Marley è ricordato anche per il leggendario concerto del 27 giugno 1980 allo stadio San Siro di Milano, tappa dell’Uprising Tour; il giorno dopo suonò anche allo Stadio Comunale di Torino. Fu la prima ed ultima volta che Bob Marley portò la sua musica in Italia. All’evento di Milano ‘parteciparono’ 100.000 spettatori: lo stadio Meazza, tempio del calcio inaugurato nel 1926, iniziò ad ospitare eventi musicali proprio con il concerto di Bob Marley.
Una folla immensa attese Bob Marley per ore, in un clima di festa pacifica. Era un caldo pomeriggio di 40 anni fa. Le bandiere giamaicane venivano sventolate dalla gioia dei fan, liberandole dal fumo che ne sfocava i colori. San Siro aspettava Bob Marley. Pino Daniele, dopo aver suonato come supporter, si intrattenne nel backstage con il re del reggae, mentre la folla oltre il palco gridava saltando: “Bob! Bob! Bob!”. Sarebbe stato un evento epocale, significativo per l’Italia e per la sua musica dal vivo. Fu un rito collettivo, scandito dalle sue splendide e coinvolgenti interpretazioni, fra cui: ‘Positive Vibration’, ‘Natural Mystic’, ‘I Shot The Sheriff’, ‘War’, ‘Zion Train’, ‘No Woman, No Cry’, ‘Jammin’’, ‘Exodus’, ’Is This Love’, ‘Get Up’, ‘Stand Up’, ‘Could You Be Loved’ e la leggendaria ‘Redemption Song’.
Nei decenni che seguirono lo stadio ospitò altri importanti nomi del panorama musicale italiano e internazionale, fra cui Edoardo Bennato (1980), Bob Dylan e Carlos Santana (1984), Bruce Springsteen (6 concerti fra il 1985 e il 2016), Duran Duran e David Bowie (1987), Vasco Rossi (29 concerti fra il 1990 e il 2019), Michael Joseph Jackson (1997), Red Hot Chili Peppers (2004), U2 (2005 e 2009), The Rolling Stones (2006), Madonna (2009), Depeche Mode (2009 e 2017), Muse (2010 e 2019), Bon Jovi (2013), Pearl Jam e One Direction (2014), Rihanna, Beyoncé e Laura Pausini (2016) e Coldplay (2017).