Rapper, cantautore e produttore. Dargen D’Amico è un artista a tutto tondo che si è guadagnato un posto sulla scena musicale italiana grazie ai suoi tratti eclettici e poetici. All’anagrafe Jacopo D’Amico, classe 1980, si definisce un “cantautorap” da sempre.
UNA NUOVA STORIA DELL’HIP HOP ITALIANO
Il suo percorso inizia nel 1999 quando conosce Gué Pequeno e Jake La Furia e insieme con il gruppo Sacre Scuole, pubblicano “3 MC’s al cubo”.
La carriera solista parte con “Musica senza musicisti” del 2006: un album che, insieme a “Di vizi di forma virtù” del 2008, porta Dargen D’Amico a cambiare il modo in cui si è sempre fatto l’hip hop italiano.
È stato grazie a lui che si sono spostati i confini dal rap alla musica colta, con uno stile unico caratterizzato dalla destrutturazione del linguaggio, da giochi di equilibrio tra le parole e i loro molteplici significati. L’hip hop c’è ma non basta quasi mai: al cantato rappato si alternano lunghi momenti strumentali allontanando Dargen D’Amico dall’inarrestabile verbosità del genere.
UNA CARRIERA PLURIENNALE FUORI E DENTRO IL CORO
Nel 2011 unisce due EP in “CD’”, un prodotto dal suono più cantautorale ed emotivo anche se decisamente radiofonico. Nel 2012 torna con “Nostalgia istantanea”: un album che contiene solo due tracce di 18 e 20 minuti l’una, senza ritornelli o concessioni. Non sono pezzi fatti per essere trasmessi da un’emittente, ma visioni filosofiche e giochi di parole tutti da seguire con attenzione.
Gli album di D’Amico affrontano una grande varietà di tematiche, dalla società all’amore, e vanno mano a mano infittendosi le sue collaborazioni: Crookers, Fabri Fibra, Marracash agli albori della carriera, i Two Fingers, Rancore, Don Joe, Shablo.
Il 2013 è l’anno di “Vivere aiuta a non morire” in cui figurano J-Ax e Fedez, seguito poi da “D’Io” nel 2015 pubblicato da Universal Music. Con questo lavoro avviene una transizione che mostra uno stile ancora più ibrido, tra il classico, la power ballad e il rock, che incontrano l’altra anima del disco fatta di hip-house psichedelico.
Collabora ancora con Fedez, Fabri Fibra, e si aggiungono alla lista Benny Benassi, Enrico Ruggieri, 883. Nel 2017 esce “Variazioni”: scritto con Isabella Turso, è una rivisitazione in chiave classica di alcuni inediti ripescati da brani scartati nel passato. Nell’album compaiono anche Tedua, Rkomi e Izi. L’anno successivo è il momento dell’album “L’Ottavia” seguito nel 2019 da “Ondagranda” in coppia con Emiliano Pepe, che segna un ulteriore stacco dagli album ascoltati finora. La mano di Pepe aggiunge qualche strato di soul reso un po’ folle dallo stesso Dargen D’Amico, con sonorità elettro-vintage e una piccola sfumatura partenopea.
IL 2020 FINO A SANREMO 2022
Il 2020 torna da solo con “Bir Tawil”: il nome si ispira alla regione tra Sudan ed Egitto che è un po’ territorio di nessuno, e la tracklist è fatta di brani molto personali. Mentre l’hip hop rompe i record delle classifiche, Dargen D’Amico continua a fare la sua musica: canta ma rappa, suona ma produce. È un po’ proprio come Bir Tawil, di tutti e di nessuno.
Dargen D’Amico sarà sul palco del festival di Sanremo 2022 tra i Big con il suo inedito: “Dove si balla”.
Il brano riceve due dischi di Platino con 60 milioni di stream totali tra le varie piattaforme, e resta stabile nella top 10 della classifica singoli FIMI/gfk per 12 settimane consecutive. Esce l’album “Nei sogni nessuno è monogamo”, Disco d’Oro, e il singolo “Ubriaco di te”.
Dal 2022, Dargen D’Amico entra a far parte dei giudici di X-Factor al fianco di Fedez, Rkomi e Ambra Angiolini, portando in finale in entrambe le stagioni due concorrenti classificati al secondo posto: Beatrice Quinta e gli Stunt Pilots.
Nel 2023 rientra nella rosa dei Big ammessi alla 74esima edizione del Festival di Sanremo 2024: Dargen D’Amico canta “Onda Alta”. Ultimo aggiornamento: 15 luglio 2024