Più di quarant’anni di carriera, e ogni volta un successo. La musica di Francesco Guccini piace a tutte le generazioni, dagli adolescenti agli anziani, che trovano all’interno dei testi un motivo per identificarsi.
GLI INIZI DELLA CARRIERA
Nato a Modena il 14 giugno 1940, inizia a suonare la chitarra sull’onda del rock’n’roll sbarcato nel nostro paese e scrive le prime canzoni. Trasferitosi a Bologna, entra a far parte del gruppo
I Marinos, poi rinominati
I Gatti, e continua a suonare con loro fino al 1962. Dal 1965, mentre è docente di italiano nell’università americana Dickinson College, si esibisce nelle osterie bolognesi e collabora come sceneggiatore pubblicitario.
In questi anni inizia a scrivere canzoni per
l’Equipe 84 (“
L’Antisociale”, “
Auschwitz”, “
E’ dall’amore che nasce l’uomo”), per
I Nomadi (“
Noi non ci saremo”, “
Dio è morto”, “
Per fare un uomo” e molti altri), e per
Caterina Caselli. Il debutto come cantautore avviene nel 1967, con “
Folk Beat n°1”: firma e canta come Francesco, senza il cognome, canzoni come “
Noi non ci saremo” e “
Auschwitz”, pezzi che entrano subito nella storia della musica italiana. Nel 1970 pubblica due album: “
Due anni dopo” e “
L’isola non trovata”.
IL SALTO CHE DEFINISCE IL SUCCESSO
Il 1972 è l’anno del salto artistico: arriva “
Radici” che include il pezzo “
Locomotiva” con cui da anni chiude tutti i suoi concerti. Nel 1973 è l’ora di “
Opera Buffa”, registrato all’Osteria delle Dame e pieno del lato goliardico che caratterizza le sue performance. Dopo l’intimista “
Stanze di vita quotidiana” del 1974, arriva “
Via Paolo Fabbri 43”, l’album del 1976 che segna il suo successo commerciale. All’interno troviamo “
Piccola storia ignobile”, che parla del dramma dell’aborto, “
Via Paolo Fabbri 43” è un blues che racconta le notti bolognesi di quegli anni.
1978: esce “
Amerigo”, con la celebre “
Eskimo”, l’album che segna l’inizio della collaborazione con il suo chitarrista storico
Juan Carlo “Flaco” Biondini. L’anno successivo con “
Album Concerto”, Francesco Guccini registra il live realizzato con i Nomadi, firmato dalla direzione artistica di
Renzo Fantini, poi divenuto suo produttore storico.
Arrivano gli anni ‘80 con “
Metropolis”, album dedicato alle città con una storia imponente come Bisanzio, Venezia, Bologna e Milano, e “
Guccini” nel 1983, sulle stesse tematiche del primo ma focalizzato sul tema del viaggio. Da qui la famosa “
Autogrill”.
Nel 1984 arriva un nuovo live intitolato “
Fra la via Emilia e il West”, registrato in Piazza Maggiore a Bologna, e dopo tre anni esce “
Signora Bovary” un album intimista che racconta le persone importanti per Francesco Guccini: “
Van Loon” dedicata al padre, “
Culodritto” per la figlia Teresa. Con il pezzo “
Scirocco” vince la Targa Tenco. Dopo “
Quasi come Dumas” (1988), arriva il dodicesimo album nel 1990 “
Quello che non…”. Francesco Guccini continua a raccogliere successi e riconoscimenti, come le Targhe Tenco per la “
Canzone delle domande consuete”, e per l’intero album del 1993 “
Parnassius Guccinii”. Nel 1996, nasce “
D’amore di morte e di altre sciocchezze”: “
Lettera”, “
Il matto” e “
Il caduto”, per la
morte;
sciocchezze in “
I fichi”, e “
I crauti”;
l’amore nelle intramontabili “
Vorrei” e “
Cirano”.
GUCCINI: OGGI E SEMPRE
Il meglio dei dieci anni di tournée è stato raccolto nel 1998 in “
Guccini Live Collection”. Nel 2000 esce “
Stagioni”, che contiene “
Addio”, una forte critica alla società, “
Don Chisciotte” in duetto con Juan Carlos “Flaco” Biondini, “
E un giorno” dedicato alla figlia Teresa. A quattro mani con Ligabue scrive “
Ho ancora la forza”, vincendo un’altra Targa Tenco.
Con “
Ritratti” nel 2004 torna in grande stile con le storie di uomini entrati nella storia: Ulisse, Che Guevara, Colombo, Carlo Giuliani. Seguito nel 2005 da “
Anfiteatro Live”, un doppio cd accompagnato da un DVD del live di Cagliari. Nel 2006 è il momento di celebrare i 40 anni di carriera con “
The Platinum Collection”, contenente 47 grandi classici. Ne 2010 esce “
Storia di altre storie”, un’altra raccolta che contiene 30 grandi successi e un inedito “
Nella Giungla”, scritto per la liberazione di
Ingrid Bétancourt.
Al 2012 risale l’ultimo album studio di Francesco Guccini, “
L’Ultima Thule”: poetico e malinconico, è un percorso che va dall’infanzia alle riflessioni su tutta la propria esistenza.