16.02.2009
Irene - Vintage baby
Irene ha una bella luce e la forza della passione. Dicono che i giovani della sua eta' siano cinici e indifferenti ma lei e' tutto il contrario; le brillano gli occhi quando parla dei suoi idoli soul e R&B e alla domanda su quale sia stata la canzone della vita, il primo seme di tanto amore, non si limita a rispondere ma si mette a cantarla, quella A Change Is Gonna Come di Sam Cooke nella versione di Tina Turner.
Irene ha un inizio d'anno indaffarato, perche' va a San Remo e ha un album in uscita, il suo secondo. Il pezzo per l'Ariston si chiama Spiove il sole, il disco invece "Vintage baby"che e' un titolo da non equivocare, scherza lei. "Non sono io la baby stagionata sono i suoni che vengono da lontano. Quindi Vintage (pausa/virgola) baby. Ad ascoltare l'album nessun equivoco possibile. Irene ha la freschezza e la forza dei suoi verdi anni mentre la musica che pulsa intorno sfodera modi delicati e suoni sottili da anni 60 e 70, da Stax, da Motown. Che bello. Dalla cucina pop R&B per una volta non escono i salsiccioni digitali grossi e spessi che oggi van di moda ma frittelline speziate cotte con cura e delicatezza. Strumenti ben distanziati, pochi microfoni sistemati a dovere, una batteria ridotta all'essenziale - e bando ai virtuosismi. Finalmente! Poi c'e' Irene che ricama con la sua voce - un ruggito gentile, un vento caldo che sa scuotere, commuovere, divertire, portare via con la testa, com'e' giusto che sia in un album di canzoni.
Spiove il sole, il brano di San Remo,naturalmente il pezzo forte dell'album, una ballatona che si schiude un po' per volta e sa convincere soprattutto quando il fuoco divampa, quando la voce sale e Irene vola altissima con le sue emozioni e i suoi brividi. Ma che a nessuno venga in mente che il disco sia il pezzo di San Remo + dieci altre canzoni. In realta' un album ricco, vario, costruito con cura; pre-prodotto a lungo nello studio del produttore Max Marcolini e realizzato poi con la misura che dicevamo, secondo i dettami di una musica "alla vecchia maniera" che per Irene e' sempre il punto di riferimento. Non stupisce trovare un paio di pezzi di una volta, anche se non i R&B che uno avrebbe scommesso: La tiritera della sera E' una divertente cover di Ride My See Saw dei Moody Blues (chi ha piu' di cinquant'anni se la ricordera' senz'altro) mentre Il diavolo e' illuso traduce con felice assonanza The Devil Is Loose, un hit della meno celebre ma affascinante Asha Puthli (che fra l'altro la presenta a San Remo, guarda un po', nella notte dei tempi del 1978).
Le cover pero' sono le eccezioni, la regola sono gli originali, che Irene ha scritto con amici, collaboratori e anche il su' babbo, il signor Adelmo in Zucchero, che ci ha messo del suo in Dimmi delle balle, Sorelle d'Italia e Se non mi vuoi. Di tutto il repertorio, Irene e' affezionata soprattutto a Con la primavera nelle mani; perche' quasi tutto mio, spiega, e il testo non e' una storia inventata ma un pezzo di vita, e quindi e' tutto piu' sentito.
Ora San Remo dunque, che sara' un'esperienza forte ma anche diversa da quelle a cui sono abituata. A me piace sentire il pubblico addosso, adoro la botta del suono che mi avvolge e ho paura che L'Ariston sia un teatro dove la musica si ingentilisce un po' troppo.Ma vogliamo scommettere che una volta davanti al microfono Irene lascera' da parte ogni timore e si scatenera' come sa Non sono una che si illude, chiarisce, ma quando canto penso solo a dare il meglio di me. Il bello comincera' dopo, quando con Spiove il sole e le altre dell'album entrera' nella dimensione che preferisce, quella delle esibizioni live, del confronto con la musica e il pubblico in diretta.Per adesso mi piace l'idea di essere stata libera. Non ho scritto un pezzo per San Remo ma vado a San Remo con un pezzo che davvero sento. Mi sembra che cominciamo bene.
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