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Cinque stelle su Classic Voice per il nuovo disco di Ottavio Dantone
03.01.2012

Cinque stelle su Classic Voice per il nuovo disco di Ottavio Dantone

Sinfonia il nuovo disco di Ottavio Dantone alla guida dell'Accademia Bizantina riceve un'ottima recensione sull'ultimo numero di Classic Voice. "I diciannove brani registrati rappresentano quasi l'integrale delle musiche strumentali - per la precisione tredici sinfonie, quattro concerti, e due sonate - destinate da Bach ad aprire alcune delle sue cantate...Radunarne così tante in un solo CD consente una carrellata esaustiva nel preziosissimo e mai abbastanza esplorato repertorio strumentale di Bach con picchi di grande bellezza...Se il merito primo di tanta emozione spetta di diritto all'autore, uno non inferiore va riconosciuto alla concertazione - originale , dinamicissima, intensamente melodica - di Ottavio Dantone , eccezionale anche come solista d'organo e alla sua prodigiosa Accademia Bizantina. "
 
UNIVERSAL MUSIC ITALIA Classics vi augura BUON ANNO!
01.01.2012

UNIVERSAL MUSIC ITALIA Classics vi augura BUON ANNO!

I NOSTRI MIGLIORI AUGURI PER UN 2012 RICCO DI GRANDE MUSICA!
 
5 stelle su Musica per il Concerto n. 1 di Brahms dal vivo con Maurizio Pollini
31.12.2011

5 stelle su Musica per il Concerto n. 1 di Brahms dal vivo con Maurizio Pollini

La nuova incisione dal vivo Maurizio Pollini dedicata al Concerto per pianoforte n. 1 di Brahms con l’orchestra della Staatskapelle diretta da Christian Thielemann ha ottenuto 5 stelle sulla rivista Musica (dicembre/gennaio). Dopo aver ricordato le precedenti incisioni realizzate con Bohm (1979) e Abbado (1997), il critico musicale Luca Segalla trova in questa nuova intepretazione di Pollini una "nuova prospettiva...con uno sguardo più malinconico rispetto al passato. L'impostazione di fondo rimane immutata, ma con maggiore profondità e ricchezza di sfumature". Da sottolineare l'accompagnamento di una Staatskapelle "semplicemente fantastica" giudata da un Christian Thielemann "pronto ad entrare nell'olimpo ristretto dei grandissimi". E conclude "In questa produzione la Deutsche Grammophon ha dato il meglio di sè, con una registrazione di ottima qualità dal punto di vista tecnico...le sonorità hanno un calore e una naturalezza davvero rari da ascoltare in CD".
 
Guarda il nuovo video di Matteo Fossi
29.12.2011

Guarda il nuovo video di Matteo Fossi

 
Guarda il nuovo video di Andrea Griminelli
27.12.2011

Guarda il nuovo video di Andrea Griminelli

 
Buon Natale!
25.12.2011

Buon Natale!

 
Musica a 5 stelle per il Beethoven di Chailly
24.12.2011

Musica a 5 stelle per il Beethoven di Chailly

Musica ha dedicato una lunga recensione e 5 stelle all'incisione di Chailly delle Sinfonie di Beethoven, questo un piccolo estratto: "Poteva essere rischioso cimentarsi con un ennesimo ciclo discografico delle nove sinfonie di Beethoven, ma ci è riuscito Riccardo Chailly, a capo dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia, in questa nuovissima incisione Decca, che oltre ad offrire un indiscutibile livello esecutivo sta suscitando molta curiosità e anche qualche querelle. [...] L'esecuzione del Gewandhaus risulta interessante proprio come testimonianza dell'evoluzione degli strumenti e della loro resa, nonché di quanto possa cambiare nel corso della storia il rapporto fra la scrittura musicale e la sua "dimensione uditiva". [...] Chailly mantiene sempre grande rigore analitico, prestando ammirevole attenzione a tante sfumature dinamiche ed espressive - in particolare all'inizio della Leonore III, uno dei brani più riusciti di questa integrale. Ma anche l'Ouverture di Fidelio e il Coriolano sono splendidi.
 
Riccardo Muti: SYMPHONIES
23.12.2011

Riccardo Muti: SYMPHONIES

Riccardo Muti, maestro di una grande scuola. di Giovanni Gavazzeni Per festeggiare i primi settant’anni di Riccardo Muti si è voluto unire tre massimi autori, cari al festeggiato e da lui mirabilmente resi. Mozart con i vertici delle sinfonie “Haffner”, “Prager” e “Linz” e il supremo “trittico” conclusivo: sinfonie n. 39 (mi bemolle maggiore), n. 40 (sol minore) e n. 41 (do maggiore). Schumann con le quattro sinfonie che aprono la stagione del romanticismo post-beethoveniano. E, giusto compendio, Brahms con le “Variazioni su un tema di Haydn” e le ouvertures, Tragica ed Accademica, che quell’epoca completano insieme alle quattro sinfonie. Questa felice raccolta è arricchita dalla partecipazione dei meravigliosi musicisti della Filarmonica di Vienna (Mozart, Schumann) e della, per altro verso, famosa Philadelphia Orchestra (Brahms). Da un punto di vista storico un filo rosso lega il divino prodigio di Salisburgo con i due maestri tedeschi. Il rapporto di reciproca ammirazione fra Schumann e Brahms è noto, concretato nel celebre incontro che il ventenne Johannes rese al più maturo collega Robert che definì Brahms, “un Genio”. Evento che sconvolgerà la famiglia Schumann e spingerà Robert a rompere il decennale silenzio critico per redigere il famoso articolo intitolato, significativamente, Nuove strade. In Brahms additava il musicista capace di proseguire un cammino che era stato iniziato dai grandi “maestri” tedeschi del passato. Infatti Schumann soleva esortare le giovani leve delle società corali, affermando: “nell’ora dello sconforto, andate a ritemprarvi vicino ai nostri grandi maestri tedeschi: Bach, Händel, Mozart e Beethoven”. La frequentazione di Schumann con la musica di Mozart è meno evidente di quella con Beethoven, ma importante. I freschi coniugi Clara e Robert Schumann solevano studiare quotidianamente i quartetti mozartiani e l’impressione adolescenziale del Flauto magico perdura nei corali e nelle preghiere del maturo autore di Genoveva. Per Schumann il rapporto con i “maestri” del barocco, del classicismo e del romanticismo fu basilare per lo sviluppo della propria creatività artistica. Lo stesso, per Brahms. “Non esiste un’opera d’arte veramente originale”, scrisse Schumann a Liszt, per rispondere a coloro che si esercitavano nel rilevare sempre debiti e citazioni, perché tutto affonda nelle memoria dell’età infantile e negli anni di formazione e di studio. Stesso percorso vale per chi la musica la esegue. Riccardo Muti si è formato alla scuola del Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, che vanta una delle più illustri tradizioni nella diffusione della musica sinfonica tedesca, risalente alla figura di Giuseppe Martucci, gran proconsole in Italia, in un periodo occupato dal melodramma, di Mozart e Schumann, di Brahms e Wagner. Confrontarsi con il Quartetto e la Sinfonia era un modo per acquisire modernità e dignità. Se l’Unità si era compiuta col pungolo dei cori verdiani, ora era tempo di sentirsi europei (nulla di più attuale). Nel Paese del Melodramma ancora clamante arie e romanze, Martucci per primo riaccese il sacro fuoco della Musica allo stato puro. Egli sentiva gli stessi “ideali che ad essa si riconnettono, cioè l’interiorità, la serietà di una profonda vita dell’anima. Questo idealismo della musica fu molto simile e storicamente parallelo all’idealismo dei filosofi del suo tempo, da Bertrando Spaventa a Benedetto Croce che, pure restando così tipicamente meridionali, si entusiasmarono per la dialettica di Hegel”, come ha scritto un critico sensibile, Giorgio Vigolo. E’ noto che la Sinfonia aveva realizzato in musica una sintesi degli opposti, “e Brahms è stato in un certo senso lo Hegel musicale del Martucci”, sempre filtrato dall’anima del compositore campano, fluttuante fra gli incanti notturni del golfo di Napoli. Quel clima sensuale ed estatico delle notti a Posillipo che affascinarono Wagner in visita alla capitale partenopea, non erano molto distanti dalle brume nordiche della saga d’amore e morte di Messer Tristano e Madonna Isotta. Nello stesso anno (1888) del famoso incontro all’Albergo dei Quattro Pellegrini di Bologna fra Martucci e il suo Nume Johannes Brahms, il Direttore del Liceo Musicale e del Teatro Comunale presentava in prima assoluta per l’Italia, quel Tristano e Isotta che colmò d’entusiasmo Carducci e la Regina d’Italia, Margherita di Savoia. Alla prova ante-generale era presente un genio ventenne, Richard Strauss, che dichiarò di aver preso coscienza, ascoltando Martucci concertare e dirigere, della quantità di “superbo bel canto nascosto nel Tristano”. Quella lezione di un Wagner e di un Brahms esaltato dalla messa in rilievo dei valori del “canto” passò direttamente ad un musicista che dimostrerà anche nel tempio dell’ortodossia wagneriana - Bayreuth - come la tradizione tedesca poteva trarre nuova meravigliosa linfa dalla suggestione dell’anima latina. Stiamo parlando di Arturo Toscanini. E questo, è nostra congettura, veniva dalla lezione di Martucci, ammirato ed eseguito da Toscanini tutta la vita, anche quando rimase fra i pochi a difenderlo. Oggi, in persistente ‘congiura del silenzio’, Riccardo Muti conosce e difende il valore della musica martucciana e la peculiare nobiltà della linea interpretativa italiana verso i “classici” tedeschi. Questo omaggio genetliaco è anche utile per ricordare come Riccardo Muti, mantenendo e vivificando il legame con questa illustre tradizione, sia protagonista della musica del nostro tempo. Non diciamo nulla di nuovo, ma ribadirlo per l’occasione è un obbligo.
 
5 stelle di Musica per il Fidelio di Claudio Abbado
22.12.2011

5 stelle di Musica per il Fidelio di Claudio Abbado

"Ci sono opere nelle quali il non detto, l'accennato, il pregresso o l'"assente" costituiscono parte fondamentale dell'atmosfera che finisce per avvinghiare ed affascinare l'ascoltatore, anche al di là della sua stessa consapevolezza. [...] Da una parte la lettura del maestro milanese si muove - assai coerentemente - sulla falsariga del doppio ciclo sinfonico beethoveniano registrato per DG alla testa dei Berliner: tempi spediti, straordinaria trasparenza e agilità orchestrale, fraseggio variegato e nervoso, febbrile e guizzante incisività ritmica. [...] Dall'altra il "doppio suono" dell'orchestra, ora snella e cameristica, ora massiccia e possente come un maglio, ci mette sull'avviso. Fidelio non è un'opera, sono due opere sovrapposte. Nella prima agiscono personaggi veri e vivi, carichi di timori e desideri; nella seconda trovano luogo aspirazioni universali: amore, fedeltà, libertà, fratellanza, avversione alla tirannia, volontà di giustizia. Su tale doppio binario si muovono infatti le interpretazioni di tutti i cantanti qui impegnati, perennemente in bilico fra puerilità disarmante e slanci sublimi, fra astrazione e concretezza: e ad ogni numero la loro voce cambia, facendosi "strumento" - basti ascoltare il sublime Quartetto del primo atto - oppure carne e sangue: di vittima o carnefice, di contadino o ministro, non importa. [...]" da Musica - Paolo Bertoli
 
Questa sera alla Scala: sciopero del coro, in scena Maurizio Pollini
21.12.2011

Questa sera alla Scala: sciopero del coro, in scena Maurizio Pollini

Sostituzione d'eccellenza oggi alla Scala di Milano: Maurizio Pollini suonerà il Concerto per pianoforte n.5 "Imperatore", salvando così una serata che rischiava l'annullamento, visto lo sciopero del coro che avrebbe dovuto interpretare la "Nona" in chiusura del ciclo Beethoveniano. Il Maestro milanese - che a gennaio festeggerà i suoi 70 anni, grandemente celebrati da Deutsche Grammophon, la sua casa discografica di sempre - interpreterà il Concerto sotto la direzione di Daniel Barenboim, facendo rivivere una collaborazione che ebbe inizio nel 1987 a Chicago, per un concerto di Schumann memorabile.
 
Roberto Alagna: Pasion
20.12.2011

Roberto Alagna: Pasion

Le persone che hanno avuto modo di assistere al concerto alla reggia di Versailles non hanno dubbi: la performance è stata un successo strepitoso! Per quelli che non erano presenti vi riportiamo un video di "Piensa en mi", al quale potrete accedere cliccando sulla cover del disco. L'album Pasion ha già scalato la classifica POP francese raggiungendo il 3° posto con oltre 200.000 copie vendute, arrivando quindi già al Disco di Platino.
 
Gustavo Dudamel dirige il concerto per il decennale dell'Accademia di Canto della Scala
19.12.2011

Gustavo Dudamel dirige il concerto per il decennale dell'Accademia di Canto della Scala

Questa sera alle 20.00 presso il Teatro alla Scala, l'Accademia di Canto festeggerà i suoi primi dieci anni come fondazione con un concerto diretto da Gustavo Dudamel. Il direttore venezuelano, che sta stringendo rapporti sempre più stretti con il teatro milanese, guidarà l’orchestra scaligera accompagnando i solisti Giuseppe Filianoti, Anita Rachvelishvili, Vincenzo Taormina e Pretty Yende – tutti ex allievi dell'Accademia di Canto ormai affermati sulla scena internazionale - nell'interpretazione di arie di Bizet, Cilea, Donizetti, Puccini e Verdi.
 
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