25.08.2009
Lunga intervista di Panorama a Cecilia Bartoli
Cecilia Bartoli racconta a Panorama del suo ultimo lavoro discografico, “Sacrificium” (con Il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini), un sentito omaggio alla storia, purtroppo spesso triste e disumana, delle voci bianche, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di Ottobre su etichetta Decca.
La Bartoli parla della sua “sfida”, ovvero della sua volontà di cimentarsi con uno dei repertori vocali più difficili, per affrontare il quale ha dovuto studiare a fondo, soprattutto sulle tecniche di respirazione, perché “quello dei castrati è un repertorio estremo, a tratti irreale, […] interpretare queste arie significa imparare a stare in apnea, ad affrontare 25 o 30 battute consecutive di musica senza respirare”.
Cifra stilistica del cantante castrato è la grande estensione vocale: “Quei ragazzi, che crescevano senza il pomo di Adamo, toccavano registri che andavano dal contralto al soprano lirico”. Dunque un’impresa titanica, soprattutto per una donna, che per costituzione ha una capacità toracica molto diversa da quella di un uomo.
Oltre alla resistenza fisica, poi, non va trascurato ovviamente il lavoro sull’espressività, perché, come riconosce ancora la stessa Bartoli, “il fiato nei polmoni è importante ma non basta, ci vogliono anima e passione”.
“Sacrificium”, che già dal titolo dice molto, vuole essere un tributo a tutto questo, alla bellezza ma anche alla drammaticità di quelle voci straordinarie, conferito da una delle più importanti e famose cantanti italiane in attività.
(Dall’intervista rilasciata a Gianni Poglio, Panorama, 27/8/2009)