31.08.2009
Lunga intervista a Ray Davies su "Buscadero" di settembre
Il mitico Ray Davies, considerato ancora oggi una delle menti più lucide e trasgressive della musica rock, racconta al giornalista Paolo Carù del suo ultimo album, intitolato “The Kinks Choral Collection”, uscito il mese scorso su etichetta Decca. Alla base del progetto un’idea spiazzante, come afferma lo stesso Carù nell’introduzione alla sua lunga chiacchierata con l’artista: “Ray ha ripreso spesso le sue canzoni più note, soprattutto dal vivo. Ma non aveva mai fatto un’operazione come quella che ha portato alla pubblicazione di The Kinks Choral Collection. Un’operazione unica, originale e coraggiosa. Rifare le proprie canzoni con una rock band ed un coro da chiesa. Una sorta di canto gregoriano che adatta le proprie voci a canzoni rock”.
E così brani immortali come “Waterloo Sunset”, “You Really Got Me”, “All Day and All of the Night”, “Shangri-La” cambiano pelle ma non tradiscono l’antico spirito rock con il quale avevano visto la luce. Merito dello spettacolare Crouch End Festival Chorus, splendidamente diretto da David Temple, e dei curatissimi arrangiamenti di Steve Markwick. Così racconta lo stesso Davies: “Abbiamo studiato tutti, assieme, le tempistiche del coro, l’entrata delle voci, la base rock della band. E’ stato un lavoro interessante”. E ancora: “In questi arrangiamenti l’unione del coro con la musica, con la melodia, dà dei risultati sorprendenti, ci fa assaporare nuovi elementi, dà uno spessore diverso alle canzoni”.
Davies parla anche della particolare fonte di ispirazione che lo ha guidato alla realizzazione del disco, ossia la musica folk britannica e in particolare l’opera di due illustri compositori classici come Percy Grainger e Gustav Holst: “Entrambi, Holst in particolare, hanno riscoperto la tradizione popolare britannica, rinnovandola poi con l’influenza delle avanguardie. […] Mischiando quello che ho appreso ascoltando la musica di questi compositori ho cercato di portare la mia musica ad un nuovo livello”.